Rindossiamo i panni del detective Sebastian Castellanos in The Evil Within 2.
The Evil Within 2 sarà terrorizzante e coinvolgente più del primo capitolo?
Con questa domanda ben impressa nella mente accendiamo la nostra fidata console, inseriamo il dvd (o clicchiamo sull’icona) e riprendiamo il viaggio in un mondo pazzo e malato del nuovo gioco horror di casa Bethesda.
Questo capitolo, anche se non è il seguito vero e proprio, contiene accenni al precedente capitolo. Ecco un breve recap di The Evil Within.
Il detective di polizia Sebastian Castellanos, affiancato dai colleghi Julie Kidman e Joseph Oda, si reca al Beacon Mental Hospital dopo aver ricevuto una chiamata d’emergenza.
I tre, arrivati sul luogo, si trovano di fronte ad una scena drammatica e spettrale. Corpi esamini giacciono a terra sia nel giardino che all’interno della struttura ospedaliera.
Il detective, deciso a scoprire cosa sia successo, inizia a visionare i filmati delle telecamere di videosorveglianza. Nel video si vedono poliziotti sparare all’impazzata mentre un personaggio incappucciato, sparendo e comparendo, li uccide tutti. Improvvisamente la figura misteriosa, dopo aver volto lo sguardo alla telecamera, esce dallo schermo e colpisce Sebastian.
Da lì ha inizio il viaggio in una realtà parallela, in un mondo popolato da mostri umanoidi.
Nel finale del gioco e soprattutto dopo aver concluso i DLC si scopre l’esistenza di una macchina, chiamata STEM, che permette di vivere un’esperienza in un mondo parallelo. La macchina, che ha funzionalità simili a quella vista nella trilogia di Matrix, permette ad un soggetto di creare e modificare l’intero mondo secondo il suo volere.
Fatto un doveroso accenno al primo The Evil Within ci rituffiamo nello STEM.
Il gioco inizia facendoci vedere Sebastian in un bar intento ad affogare i suoi problemi nell’alcool. Si paleserà dinnanzi a lui Julie Kidman accompagnata da due figure losche.
La ragazza non ha lasciato un buon ricordo di se nella memoria del detective (per situazioni che non vogliamo spoilerare ma che sono presenti nel capitolo precedente), per questo non viene salutata calorosamente.
Julie racconta a Sebastian che sua figlia, creduta morta in un incendio, è viva e si trova vincolata ad Union. Union è una cittadina raggiungibile solo entrando nello STEM. La ragazza continuerà dicendo che la Mobius (società che ha realizzato lo STEM) ha rapito e inscenato la morte di sua figlia.
L’uomo, incredulo e sconvolto dalla notizia, aggredisce le persone che accompagnano Kidman che però al momento giusto lo seda.
Il detective si risveglia nella base della Mobius e, dopo un botta e risposta con la ex collega, decide di entrare nuovamente nello STEM per salvare sua figlia. Julie Kidman gli chiederà inoltre di salvare una piccola squadra di ricercatori e soldati che è stata inviata a Union per poi non farne più ritorno.
Non appena entreremo nello STEM faremo conoscenza con un killer che riesce a fermare il tempo immortalando le sue vittime al momento della loro morte.
Con questo incipit inizia l’avventura tetra e terrificante di Sebastian, che volenteroso di trovare sua figlia, dovrà esplorare Union.
Benvenuti ad Union!
A differenza del capitolo precedente avremo un mondo di gioco più vasto.
Union è una vera e propria cittadina quasi completamente esplorabile. La mappa non è enorme ma permette di intervallare le missioni con azioni di ricerca e crafting.
Le missioni secondarie saranno molte. Inizialmente verremo letteralmente assaliti da compiti non obbligatori ma importanti per il recupero di oggetti e risorse.
Come nel capitolo precedente Sebastian sarà in grado di ampliare le sue abilità e le sue caratteristiche spendendo “gel” recuperato dai cadaveri dei mostri uccisi. Anche le armi potranno essere potenziate grazie a dei pezzi che troveremo sparsi durante il nostro viaggio o nell’esplorazione.
Come rendere inquietante una simpatica cittadina.
Tecnicamente il gioco non raggiunge livelli eccelsi. Abbiamo affrontato i luoghi generati dallo STEM utilizzando sia la versione PC che la versione per console: poche differenze, che si possono riassumere in una risoluzione e dettaglio leggermente superiore nella versione PC (ma difficilmente lo noterete mentre giocate).
Vedendo lo standard degli altri giochi “Tripla A”, questo The Evil Within 2 non fa brillare gli occhi di gioia ma il sonoro riesce a compensare quella “lieve mancanza”.
Il comparto sonoro riesce ad accompagnarci degnamente attraverso le diverse fasi di gioco. Durante gli scontri o durante le fasi stealth riesce a caricare di tensione il videogiocatore rendendo l’atmosfera “pesante”. La “paura” che troverete negli ambienti chiusi sarà però meno forte all’esterno: possiamo affermare che quando ci troviamo all’interno degli edifici riscontriamo una componente horror e survival più decisa, che si “trasforma” in gioco d’azione con elementi stealth appena ci troviamo tra le strade della città.
Conclusioni.
Come sempre riprendiamo la domanda iniziale. The Evil Within 2 sarà terrorizzante e coinvolgente più del primo capitolo?
La risposta è semplice. Sicuramente questo The Evil Within 2 è più coinvolgente del precedente. Forse le ambientazioni non saranno sempre terrificanti ma, qualora la situazione dovesse aver bisogno, l’atmosfera si farà più terrorizzante.
La componentistica free roaming contribuisce alla longevità oltre che alla varietà d’azione. Tutte le missioni secondarie permettono di ampliare il nostro equipaggiamento e di comprendere e vivere ciò che è accaduto ai residenti di Union. Ma purtroppo, come la maggior parte dei titoli free roaming, questa caratteristica nasconde un lato “oscuro”: portare il giocare a vagare per le strade, perdendo un pò il mordente verso la trama principale, e man mano anche verso il gioco stesso.
Esplorando la mappa di gioco in lungo e in largo, potremmo trovare e eliminare più mostri (in alcuni casi, in posti che non ci saremmo mai aspettati). Un’ottimo modo di far scorta di gel verde per migliorare il nostro Sebastian.
Riassumendo: Il gioco è più vario ed immersivo del precedente. Probabilmente le ambientazioni di The Evil Within erano più tetre, cupe e terrificanti ma peccavano di ripetitività. La ripetitività è proprio la componente che non si ritrova in questo secondo capitolo (se escludiamo in alcuni casi la cittadina di Union come “collegamento” tra le varie parti della trama).
La storia, affascinante e calamitica, prenderà una bella piega facendoci restare impietriti e stupefatti.
Peccato solo per una realizzazione tecnica altalenante, che come già detto bilancia le mancanza del motore grafico (il protagonista poteva essere sicuramente più dettagliato e meno “plasticoso”) a una gestione di suoni e musica ben studiata.