Rapiamo un amico e convinciamolo a giocare. A Way Out è un titolo esclusivamente multiplayer!
In un epoca in cui il multiplayer locale sta piano piano svanendo, i ragazzi di Hazelight Studios e Electronic Arts, hanno realizzato un gioco che reinventa e reintroduce questa meccanica. Ecco a voi A Way Out! Il titolo, giocabile esclusivamente in cooperativa sia online che locale (noi consigliamo caldamente quest’ultima), ci metterà nei panni di Leo Caruso e Vincent Moretti. I due galeotti cercheranno di evadere per consumare la loro vendetta verso un nemico unico, Harvey.
Fronte, profilo destro, profilo sinistro
Leo e Vincent sono caratterialmente opposti. Leo Caruso è stato condannato a otto anni di carcere per rapina, aggressione e furto aggravato. Caratterialmente è sicuro, irascibile, ironico ed è sempre pronto ad usare un approccio diretto e violento. Vincent Moretti, al contrario, è razionale, riservato disciplinato e cercherà un approccio freddo e calcolato. Vince è accusato di frode, appropriazione indebita ed omicidio per un totale di quattordici anni da scontare.
Progettare una fuga!
La nostra avventura inizia quando Vincent viene rinchiuso nello stesso carcere di Leo. Quest’ultimo già ha scontato sei mesi della sua condanna.
Un giorno, nel campetto di basket del penitenziario, Leo subisce una violenta aggressione che provoca trambusto oltre ad un piccolo numero di curiosi. Vincent, uno dei curiosi, si avvicina al luogo del pestaggio ma contro la sua volontà viene spinto nel playground. Vincent, gettato al centro dell’azione, viene subito attaccato da uno degli aggressori innescando così una rissa tre contro due interrotta con l’arrivo delle guardie penitenziarie. Il giorno seguente, l’agguato nei confronti di Leo si ripete in mensa. A differenza della prima volta Vincent aiuta volontariamente Leo, salvandolo. Dopo una piccola scazzottata ed una fuga improvvisata, i due protagonisti vengono ancora una volta salvati dalle guardie.
Quest’ultimo evento e la reciproca voglia di vendetta faranno si che i protagonisti lavorino insieme. Primo obiettivo: fuga!
Split screen for ever!
Lo schermo di gioco è sempre diviso in due permettendo di far vedere contemporaneamente le azioni di entrambi i personaggi. Ciò comporterà degli aspetti negativi e positivi che spiegheremo successivamente. Ciò che A Way Out mette in primo piano è proprio la cooperatività tra i due giocatori. Durante l’avventura dovremo superare degli enigmi o svolgere delle azioni sincronizzate in cui il tempismo e l’affiatamento saranno indispensabili. Il gioco ci metterà di fronte a delle scelte riguardanti l’approccio di determinate azioni. Sfruttando i caratteri contrapposti di Leo e Vincent potremo scegliere cosa fare. Ovviamente queste scelte condizioneranno momentaneamente il proseguimento della missione.
Piccola nota dolente data dallo schermo condiviso. Come tutta l’azione, anche i dialoghi tra i due protagonisti sono divisi, nel senso che ciò che dice Leo viene scritto nella parte di schermo di Leo e viceversa. Questo comporta che i giocatori debbano fare continuamente ping pong tra le due parti di schermo. Sinceramente dopo un po’ diventa stancante. Almeno i dialoghi tra i due protagonisti potevano riproporli su entrambi gli schermi così da facilitarne la lettura.
Il gioco presenterà delle mappe in cui saremo liberi di muoverci e di dialogare con chiunque. Per andare avanti dovremmo soddisfare determinati obiettivi, a volte comuni ed a volte individuali. In determinati stage, tra un compito e l’altro, potremo attivare dei mini giochi come giocare a freccette, allenarci con alcuni attrezzi ginnici e addirittura giocare a Forza 4. Tutte queste attività, oltre a far guadagnare qualche trofeo o achievement, saranno divertenti.
+ storia – trama
Premesso che questo gioco non ha l’obiettivo di far strabuzzare gli occhi ad ogni fotogramma possiamo dire che il comparto tecnico non è eccezionale. Oltre ai protagonisti, che sono realizzati molto bene anche dal punto di vista espressionale e di mimica facciale, gli altri personaggi che incontreremo non saranno molto dettagliati. Stesso discorso per gli ambienti, in particolar modo per le texture e per le ombre che risulteranno a volte sgranate e tozze. A fare da contraltare troviamo una ricchezza di oggetti a schermo, una luce ben ricreata e dei paesaggi a volte mozzafiato. A sua parziale discolpa dobbiamo dire però che A Way Out carica continuamente due immagini per volta quindi è come far girare contemporaneamente due giochi sulla stessa macchina. Il frame rate è sempre stabile, solo nelle fasi più concitate come un inseguimento potremo avere dei piccoli cali. Su PC, rispettando i parametri consigliati, si raggiunge una risoluzione di 1080p con un frame rate che si attesta intorno ai 60 fps. Le musiche sono ottime e riescono a contestualizzare perfettamente l’azione di gioco. Il doppiaggio, solo in inglese, è ben realizzato anche se di tanto in tanto potrebbe diventare poco realistico.
Un lungo film
Ma ora viene il bello! La particolarità del gioco, oltre alla cooperazione, è il taglio cinematografico. A Way Out è realizzato in modo tale da diventare un film oltre che un gioco. Durante il proseguimento dell’avventura ci saranno repentini cambi di scena tra un protagonista e l’altro. Le cutscene sono create in maniera impeccabile facendo notare una fotografia eccellente e mettendo in risalto il volto curato dei due protagonisti. La lunghezza del gioco si attesta intorno alle 5-6 ore. Questo è un dato dolente perché ci sarebbe piaciuto avere qualche ora in più di gioco. C’è da dire comunque che la trama è appagante anche con questa durata.
Riassumendo
A Way Out è sicuramente un buon gioco se si riesce a scender a patti con la grafica non eccelsa. La trama, coinvolgente e appassionante, non sarà avara dal dare colpi di scena. Il taglio cinematografico ed il ritmo frenetico riescono a calamitarci facendoci finire l’avventura tutta d’un soffio. Certo, l’obbligo di giocare in cooperativa potrà essere un peso per i lupi solitari ma ricordiamoci che a volte è bello stare in compagnia. Il problema per certi versi più scocciante è il continuo ping pong che bisogna fare per leggere i dialoghi tra Leo e Vincent. Il voto finale è la media tra la bellissima storia, l’azione frenetica (8,5), una pulizia grafica non al passo con i tempi e la problematica dei dialoghi sottotitolati (5).