Shenmue: un’avventura fatta di misteri e vendetta. E non è ancora finita…
Scrivere una recensione per un gioco come Shenmue, in questa sua veste da collection, non è facile per un redattore, e ancora meno per giocatore vecchio stampo. Dopo ben tre generazioni di console, la saga di Shenmue torna in una remastered che cerca di mantenere inalterata la natura e il feeling dei due capitoli contenuti nella “collection”. Tuttavia il peso degli anni si fa sentire. Riuscirà il titolo Sega ad attirare i nuovi giocatori? I vecchi fan della saga lo acquisteranno nuovamente? E il lavoro di Sega ha permesso alla storia di Ryo Hazuki di rimanere affascinante e
avvincente anche con tantissimi titoli ormai tecnicamente più avanzati? Procediamo con ordine…
Un mistero lungo due capitoli, e forse più
Tutto comincia circa 20 anni fa… parliamo del nostro tempo reale. La seconda generazione di console “3D” stava facendo la sua comparsa. Era l’epoca d’oro di SEGA. Dopo un primo scontro tra Sony Playstation e la sua Saturn, la nuova generazione portava a scontrarsi Playstation 2 contro quella che per molti è stata definita una delle migliori console di tutti i tempi: il SEGA Dreamcast. Molto più avanzata tecnologicamente della concorrente Sony, la console SEGA era il sogno dei videogiocatori.
Ben 4 porte per i joypad, un sistema di salvataggio su cartucce (le VMU, con schermo LCD e possibilitòà di condividere i salvataggi a console spenta) e il rivoluzionario GD-ROM, particolari CD a capienza “potenziata” (circa 1 GB, da cui il nome).
Quando la console arrivò in Europa, venne accompagnata da quello che sarebbe stato uno dei classici più famosi nella storia dei videogiochi: Shenmue. Un’avventura realizzata dal grande Yu Suzuki, padre di classici come Hang-on, OutRun e Virtua Fighter. Un gioco ambizioso, tecnologicamente avanzato e sopra ogni altro titolo uscito in quegli anni. Un gioco su ben 4 GD-ROM…. mastodontico!
A quasi 20 anni di distanza, SEGA ripropone il grande classico a ben 2 generazioni di console di distanza. Per fortuna, la storia non è cambiata…
Noi saremo Ryo Hazuki. E… si, il nostro protagonista assomiglia molto ad Akira di Virtua Fighter, in quanto il progetto originale prevedeva un modello poligonale basato proprio sul personaggio del famoso picchiaduro. Tutto inizia nel dojo del padre Iwao, maestro di Ju-jitsu. Come da prassi, in una bella giornata grigia e fredda, torniamo a casa, ma qualcosa non quadra. Nel dojo si sentono strani rumori, e mentre ci avvicineremo per capire cosa succede troveremo la nostra goverante a terra e senza forze.
Arrivati nel dojo, nostro padre, il maestro Iwao, parla con uno strano personaggio. Un uomo dalla tecnica di combattimento letale e misteriosa. Lan Di, il misterioso personaggio, sembra voler sapere qualcosa di un particolare “specchio magico”, ma Iwao Hazuki non sembra voler dire o sapere niente di questo oggetto. Ben presto, Lan Di capisce che c’è solo un modo di spingere il maestro a parlare: usare il figlio Ryo come “merce di scambio”. Visto il figlio in pericolo, il padre di Ryo rivelerà il nascondiglio dello specchio.
Un’atto eroico inutile purtroppo: la ferocia dell’uomo misterioso ucciderà “da guerriero” il maestro Iwao sotto gli occhi del figlio. Passati i giorni dopo la morte del padre, Ryo è determinato a trovare Lan Di e a vendicare il padre.
Un mondo in continuo movimento
La nostra avventura ci porterà a viaggiare in un’area ben dettagliata e popolata. Dobbiamo fare una precisazione: già all’epoca dell’edizione originale, Shenmue era già considerato una “perla” del mondo videoludico. Yu Suzuki aveva studiato lo sviluppo della sua “creatura” nei minimi dettagli. Tutta la storia si svolge in una regione ben precisa del Giappone. Siamo a Yokosuka, e la nostra avventura si svolgerà in precise zone e cittadine della regione. Partiremo da Yamanose, piccolo sobborgo dove è situata la nostra casa e il dojo (nonchè la nostra stanza, il punto di salvataggio). Troveremo anche quartieri più grandi, come Sakuragaoka, e molte delle nostre ricerche e attività si svolgeranno a Dobuita.
L’aspetto più interessante, oltre che ben curato (soprattutto se consideriamo che parliamo di 20 anni fa) è il sistema meteoreologico e lo scorrere del tempo. Tutto ciò che farete si svolgerà in un periodo ben preciso, tra fine 1986 e la prima metà del 1987. La società che incontrerete, tra persone, abitudini, ambientazione e avvenimenti è perfettamente riprodotto per incastrare gli avvenimenti di Shenmue in un periodo ben definito.
Lo scorrere del tempo sarà sempre dettato da un orologio-bussola in alto a destra dello schermo. La successione giorno-notte è ben cadenzata (anche Ryo avrà necessità di andare a riposare). Molte attività commerciali, le persone che incontrerete e determinati obiettivi saranno accessibili solo in determinati momenti della giornata. E attenzione ai cambiamenti climatici! Pioggia, neve o altre variazioni climatiche potrebbero definire cosa fare o chi incontrare. Shenmue, anche con i suoi 19 anni sulle spalle, riesce ancora a meravigliare un giocatore navigato (come il sottoscritto, ndr).
Spesso andrete in giro cercando di scoprire altre missioni da svolgere, o anche aiuti o commissioni da svolgere per i vostri vicini di casa o per gli abitanti di Dobuita. Anche se riduttivo, il gioco che attualmente più si avvicina a questa esplorazione cittadina potrebbe essere Yakuza: ma anche in questo caso, Shenmue ne esce vittorioso, grazie alla sua profondità.
Non basta investigare: passiamo all’azione!
Shenmue è un gioco in cui vari generi si incontrano in un mix perfetto. Se finora storia e ambientazione ci hanno già rapito, non possiamo riposarci e goderci la vita cittadina: Ryo attende la sua vendetta! Shenmue è stato uno dei primi giochi (se non il primo in assoluto) ad implementare il moderno sistema di QTE (Quick Time Events).
Il nostro primo incontro con questo sistema avverrà già nelle prime fasi si gioco. In un bar di Dobuita trovare informazioni non sarà così semplice, e spesso si rivelerà pericoloso. Perchè non cominciare con una bella rissa? Ovviamente non sarà “colpa nostra”, ma spesso non avremo a che fare con persone molto loquaci, nonchè gentili con noi. I QTE sono fondamentalmente identici a quelli riportati negli attuali giochi: sullo schermo comparirà il pulsante da premere in un preciso momento e per alcuni istanti… in alcuni casi veramente brevi!
Spesso basterà un solo QTE “mancato” per non scoprire alcuni dettagli della storia. In altri casi, invece, potrebbe decretare anche un bel “GAME OVER”!
Come abbiamo detto, Shenmue è un mix di generi videoludici. E vista che Yu Suzuki è lo stesso genitore, non potevano mancare influenze da altri titoli dello stesso game designer. Oltre ai QTE, una parte fondamentale per farci strada tra le gang e la mafia giapponese sarà la nostra abilità combattiva. La componente “picchiaduro” di Shenmue è una diretta evoluzione/adattamento di quella vista in Virtua Fighter.
La nostra abilità nel Ju-jitsu sarà dettata da una lista (lunga) di mosse utilizzabili durante gli scontri. Esattamente come in Virtua Fighter, i tasti saranno semplici ma le combo che si possono creare sono tantissime. Avrete inoltre la possibilità di allenarvi nel vostro dojo o selezionare quali mosse “migliorare” per i successivi combattimenti.
Basterà tornare nella nostra camera o nel dojo e allenare il nostro Ryo. Prepariamoci per affrontare Lan Di!
Non è tutto oro quello che luccica…
Purtroppo, per Shenmue gli anni si fanno sentire. Lo abbiamo detto inizialmente, ma ora andremo più in profondità su questo aspetto. Shenmue ha ben 19 anni sulle spalle, due generazioni di console e nuovi giocatori esigenti da attirare. Per quanto il gioco sia meraviglioso a livello di storia, coinvolgimento e profondità, dobbiamo tenere presente anche l’aspetto estetico e tecnico: come si dice, anche l’occhio vuole la sua parte!
Ciò che appare subito chiaro è un aumento della risoluzione complessiva del gioco, e il passaggio dalla modalità 4:3 per il 16:9. Si passa quindi da una risoluzione di 640×480 del Dreamcast al FullHD (ahimè, soltanto FullHD) delle versioni Playstation 4/4 Pro (il 4K sarà appannaggio della sola versione PC). Sarà però possibile tornare alla risoluzione e al aspect ratio originali in qualsiasi momento dal menu delle opzioni: un modo per rivivere il feeling della versione originale.
Aggiornato anche l’HUD generale. Ora i tasti in basso a destra, la bussola-orologio e i testi appariranno meglio proporzionati nell’immagine complessiva, senza andare ad occupare parti dello schermo utili all’esplorazione.
Remaster? Basta solo un 1080p!
Il lavoro di remastering del gioco vedrà anche coinvolte le texture, che ora saranno leggermente più dettagliate, con un miglioramento complessivo sensibile della qualità d’immagine. Dobbiamo però ammettere che, per quanto aggiornate, le texture continuano ad essere qualitativamente inferiori a molte delle produzioni odierne. Un chiaro segno di una remaster creata ad-hoc e in tempi brevi. E qui arrivano i lati negativi di Shenmue I & II…
Oltre alle texture “rivisitate-ma-non-in-hd”, la remaster soffre di altri aspetti che molto probabilmente non sono stati gestiti in questa riedizione. I modelli poligonali, sia del nostro protagonista Ryo sia di tutti i personaggi secondari, sono rimasti complessivamente uguali. Le ombra proiettate dal protagonista e da alcuni personaggi sono ancora modelli poligonali squadrati semi-trasparenti. Dettagli che, accompagnati dalla “pulizia” di una risoluzione così alta sulle attuali console, sono ancora più accentuati.
La gestione dei movimenti e della telecamera, inoltre, è rimasta praticamente la stessa della versione originale. Tutti i difetti del motore originale, così come l’effetto mal di mare, sono state riportati in questa versione. Dobbiamo dire, a onor del vero, che quest’ultimo aspetto sembra esser stato quasi amplificato nell’attuale remaster.
Lasciando la sezione grafica del gioco, è doveroso (e necessario) aprire una piccola parentesi anche sull’audio del gioco. Tutto il feeling del gioco originale, le musiche, e i suoni ambientali sono rimasti pressocchè inalterati. Troveremo anche la possibilità di selezionare la lingua giapponese e quella inglese per il parlato. Tuttavia, come specificato, è praticamente l’audio originale. Alcuni suoni e soprattutto i dialoghi in giapponese rimangono ancora con la stessa qualità della versione di 19 anni fa. Il suono è ovattato, quasi come se lo avessimo registrato su una vecchia audiocassetta. Leggermente meglio le musiche e l’audio in inglese.
Un’avventura per Ryo che non finisce qui
Dopo aver completato entrambi gli episodi, la nostra avventura non sarà ancora conclusa. Ryo dovrà ancora vendicarsi di Lan Di, ma durante il suo viaggio avremo incontrato tanti personaggi e scoperti molti dettagli sul misterioso specchio dai poteri magici. La storia si dovrebbe completare con l’uscita del terzo (si spera, conclusivo) capitolo della serie. Un viaggio affascinante, ricco di colpi di scena e misteri.
Shenmue I & II è una collection che non può mancare ai veterani del settore videoludico. Ma anche i nuovi giocatori che non si fanno spaventare dal comparto tecnico “datato” scopriranno una piccola perla, che sotto alcuni punti di vista risulta essere ancora ben fatto rispetto a molte produzioni attuali.
Aggiornamento del 15/10/2018:
Digital Foundry ha scoperto che lo stesso studio che si è occupato della remastered dei due capitoli aveva in programma un remake totale del gioco, e non una semplice riedizione. Come si può vedere dal video, il lavoro dietro questa versione poteva arrivare ai livelli di altri remake come Crash Bandicoot o Shadow of the Colossus. Ma per mancanza di fondi, il progetto sembra essere stato accantonato tempo fa…
Si pensa anche ad una possibile “accelerata” al progetto remake/remastered per non andare a incastrarsi con il prossimo Shenmue III, che ricordiamo non sarà più targato SEGA bensì Deep Silver, sempre sviluppato da Yu Suzuki e la sua YsNet.