Ecco le nostre opinioni su Onimusha Warlords
Prima di iniziare la nostra recensione di Onimusha Warlords bisogna spendere due parole sull’argomento. Ormai le remastered nel mondo videoludico sbucano come zanzare nelle serate estive. Questo fenomeno porta con se due possibili risultati: un lavoro eccellente apprezzato da vecchi e nuovi fan, e lavori di rimasterizzazione impercettibili che non cambiando quasi nulla dal punto di vista visivo. Purtroppo credo che Onimusha Warlords rientri in quest’ultima categoria. Procediamo per ordine però.
La trama
Onimusha: Warlords segue le pericolose vicende del samurai Samanosuke Akechi e la kunoichi Kaede, in missione per salvare la principessa Yuki da una legione di demoni misteriosi che ha invaso il castello Inabayama. Addentrandosi nel castello però scopriranno i piani malvagi dei servitori di Nobunaga Oda, un terribile Signore feudale resuscitato dai demoni per portare a compimento i loro oscuri desideri. In realtà, il Nobunaga originale era già considerato nell’era Sengoku come “il re dei demoni”, nomignolo derivante dalla sua cattiveria in campo di battaglia, e talvolta anche con gli alleati.
Utilizzando il combattimento all’arma bianca, vedremo sin da subito che la nostra amata spada può fare ben poco da sola. Grazie però al magico Guanto degli Oni (donato a Samanosuke proprio dal Clan degli Oni), riusciremo ad avanzare tra le numerose armate demoniache. Non mancheranno, in puro stile Capcom anni 90, la risoluzione di puzzle (in verità piuttosto semplici). I giocatori si ritroveranno quindi a sfruttare sia la forza bruta che la creatività per sconfiggere le forze demoniache e salvare la principessa Yuki.
Meccaniche e gameplay del gioco
Il gioco è molto stimolante ed appassionante. Presentato come “il Resident Evil in salsa nipponica” Onimusha Warlords non tradisce le promesse. I combattimenti (principalmente all’arma bianca però), il respawn dei nemici dopo ogni ingresso nelle stanze, i piccoli enigmi più o meno cervellotici ed i boss sono appaganti e riescono a metterci alla prova a seconda della difficoltà scelta. Come nel caso del suo cugino con gli zombi (soprattutto con i primi due capitoli), Onimusha Warlords presenta porte che si sbloccano con determinate chiavi, aree nascoste, scorciatoie e casse che si aprono rispondendo a degli enigmi (risolvibili solo con la scoperta di documenti). Questo fa si che dovremmo girare molte volte per i corridoi del castello, e non solo…
Alla lunga il dover uccidere sempre i demoni in ogni stanza potrebbe suscitare fastidioso. In questi casi la corsa potrebbe essere una valida alleata, soprattutto se si sono già potenziate al massimo le nostre armi.
Armi. Principalmente ne abbiamo di tre tipi: spade, archi e fucili. Le spade sono principalmente tre, a seconda del loro potere elementale. Avremo la Raizan che combina il potere dei fulmini, la Enryuu che sfrutta il potere del fuoco e la Shippuu che sfrutta il potere del vento. Quest’ultima spada è più veloce ma anche meno potente delle altre. Ogni spada avrà un attacco potente diverso dalle altre e potranno essere potenziate tramite delle sfere che verranno rilasciate dai nemici. Oltre alle spade potremmo potenziare il nostro bracciale ampliando il suo potere di fuoco, elettricità e del vento. Questo permetterà di aprire alcune porte che necessitano di un determinato livello elementale. Oltre alle spade potremmo migliorare cure e munizioni, oltre alla vita del nostro protagonista.
Durante la nostra avventura affronteremo diversi nemici che ci metteranno in difficoltà. I demoni che ci ostacoleranno saranno ben diversificati e capaci di metterci in difficoltà soprattutto se ci dovessero sorprendere in numero elevato.
Mondo di gioco
Degna di nota è la lore (mondo di gioco) creata intorno a questo titolo. Ogni documento ci servirà per immedesimarci meglio nel mondo di gioco e capire ogni aspetto della trama. Gli ambienti sono ben realizzati, suggestivi e labirintici al punto giusto. Il sonoro non ha gravissime pecche. Certo, a volte nei dialoghi si potrebbe riscontrare poca sincronia tra l’audio e le animazioni a video. Detto ciò possiamo dire che le musiche completano perfettamente le azioni che si svolgono a video. Il doppiaggio, soprattutto quello in giapponese, è ben fatto (tralasciando il problema succitato).
Il pregio di Onimusha, com’era il capitolo originale, sta nelle numerose ore da applicare al gioco se si vuole potenziare il proprio personaggio al massimo. O addentrarsi nel pericoloso Mondo Oscuro, una sorta di “gioco-nel-gioco”: una serie di livelli speciale da provare più volte, per sbloccare utilissime ricompense, nonchè l’arma più potente del gioco (che vi sbloccherà anche una particolare e potentissima abilità).
Ad un passo dall’opera d’arte
Bene, detto ciò arriviamo alle note dolenti. Il gioco in se non è male, anzi, il problema è la rimasterizzazione. Mi spiego meglio…
Dal punto di vista visivo il titolo sembra di poco migliorato rispetto al suo “originale”. Certo, con questo non voglio dire che sia ingiocabile, anzi è molto bello, ma forse avrei prestato un pelino di cura in più. Onimusha Warlords è invecchiato bene con il passare di questi anni ma credo ci sarebbe voluto qualcosina in più a livello di texture e background. Magari un porting ben fatto verso l’alta definizione, ed una lieve pulizia generale al aliasing. Ad onor del vero dobbiamo però ammettere il gran lavoro fatto sulle musiche e gli elementi sonori in generale, oltre ai doppiaggi e le cutscene, che risultano molto belle e pulite.
Piccolo appunto sulla colonna sonora: grazie anche ad un pregiato lavoro di remastering/remixing, ora risultano ancora più godibili. E come nell’originale capitolo su PS2, sono perfettamente adeguate alle situazioni o all’ambientazione. Onimusha Warlords, infatti, è forse il miglior capitolo della serie a livello di soundtrack (il tema principale è un motivetto che non si scorda facilmente): fatevi un giro nel Mondo Oscuro con la sua colonna sonora incalzante per capire di cosa parliamo.
Concludendo
Capcom ha sicuramente fatto felici molti fan nostalgici rimasterizzando Onimusha Warlords. Il gioco mostra ancora oggi i suoi punti di forza anche se si presenta molto simile al titolo originario per PlayStation 2. La rimasterizzazione si fa notare principalmente per il sonoro e le cutscene. Nel complesso, parlando con un linguaggio scolastico, potremmo dire che “va bene ma potrebbe fare di più”.