Death Stranding, l’ultima fatica di Hideo Kojima, continua a mostrare novità ad un pubblico ancora diviso
E’ indubbio che Novembre sia il mese più atteso dai giocatori PS4, in vista dell’uscita dell’attesissimo Death Stranding. Il gioco, opera “indipendente” del maestro Hideo Kojima (Metal Gear Solid), si preannuncia come un titolo “mai visto prima”. Così innovativo e avvolto nel mistero che una parte del pubblico lo proclama “capolavoro assoluto”. Ma c’è anche chi lo etichetta come un flop assicurato o un walk simulator noioso.
Ci sono comunque luci e ombre per il titolo targato Kojima Production.
Da una parte, una storia così profonda e contorta che nessun trailer ad oggi è riuscito a delineare: eppure, la maestria di Kojima nel definire l’ambientazione e i personaggi è un punto a favore. Un cast di tutto rispetto. Una realizzazione tecnica forse tra le migliori di questa generazione (almeno stando a quanto mostrato finora). E non da meno, come riporta il titolo della news, la versione destinata a noi italiani sarà totalmente doppiata nella nostra lingua (e no, non c’è la voce di Daryl di TWD).
Dall’altro lato, purtroppo, le sequenze di gameplay mostrate fino ad ora mostrano sempre lo stesso paesaggio e le stesse azioni. Potrebbe essere un modo corretto di non mostrare altro del titolo, o eventuali spoiler di sequenze che sarebbe più interessante scoprire durante il gioco. Ma questa scelta ha portato molti utenti a pensare che alla fine, a parte le sequenze d’intermezzo, tutto il gameplay si possa riassumere in un’immensa passeggiata in un mondo alla deriva. Inframezzato da sequenze di fuga e/o pestaggi dei vari “militari corrotti”.
Se poi pensiamo che il gioco, per gli addetti ai lavori e nomi di spicco del settore che hanno avuto la fortuna di provarlo, è risultato un “qualcosa di mai visto ,per cui non siamo pronti”, l’amaro in bocca continua ad aumentare. C’era veramente bisogno di queste testimonianze della bontà del titolo? Sono solo un modo per rassicurare i giocatori senza dare ulteriori dettagli? E se “non siamo ancora pronti”, capiremo il gioco fino in fondo?